Testimonianze dei passaggi della storia, presenti lungo tutto il litorale abruzzese. Alcune perfette, altre che sono lì con pochi tratti rimasti in piedi. Ecco dove sono quelle lungo la Via Verde della Costa dei Trabocchi.
Vista mare, non solo castelli
Siamo nella metà del 1500 quando Pedro Afan De Ribera, duca di Alcalà, decide che anche le coste abruzzesi debbano essere dotate di un sistema difensivo costituito da torri di avvistamento. Non solo per l’osservazione del mare, dunque, con la minaccia turca sempre incombente, ma anche con funzione di difesa, essendo dotate di guarnigione e armamenti. Lungo la Rete Ciclabile dei Trabocchi rimangono degli esempi: poco di Torre Mucchia, i ruderi di Torre Moro e la torre al porto di Vasto che, curiosità della storia, è inglobata nel punto radar della Marina militare. Insomma, anche torri a non solo Castelli lungo la Rete Ciclabile dei Trabocchi
Torre con la campagna intorno
Di Torre Mucchia rimane poco. Si intuisce la forma di questa struttura che oggi si trova lungo una deviazione lato mare lungo il Percorso Zero, all’intersezione fra via Lido Riccio e la Strada provinciale 58. Inglobata in strutture intorno, si trova lungo una via senza uscita, in ambientazione di campagna.
La torre con l’anello per il cavallo
Di Torre Moro, che prende il nome trovandosi alla foce dell’omonimo fiume, rimane davvero poco. La si trova lato monti passando sul ponte ciclopedonale in prossimità di Punta Acquabella.
Volendo, se le condizioni della vegetazione lo permettono, si può scendere per vederla da vicino, seguendo un sentiero alla fine del ponte, lato sud. Si intuisce la forma quadrata, di circa 12 metri per lato. Era a due piani e vi si accedeva tramite una scala retrattile ed era dotata di armamenti per respingere gli attacchi. Su un lato della torre, oggi a terra, rimane sul muro l’anello che serviva per legare il cavallo.
La torre radar
"Si ergevano due di quelle riquadrate ben alte torri, che al numero di 366 furono innalzate dal Vicerè Pietro di Toledo nel 1557, o dall'altro Vicerè Duca d'Alcalà nel 1570, a fin d'impedir le depredazioni de' Corsali Turchi: le nostre, per le contrade in cui stavano, i nomi avevano di Torre Sinello e di Torre Penna”.
Così raccontano le cronache del tempo: della prima torre rimane traccia nel toponimo in zona, contrada Torre Sinello per l’appunto, mentre quella di Punta Penna mantiene la sua funzione di monitoraggio. Non più a vista, però, ma con i moderni sistemi radar, essendo inglobata nella Zona militare della Marina. Senza dimenticare il bel faro qui a Punta Penna come si legge in I fari che illuminano la Rete Ciclabile dei Trabocchi
(Foto di copertina: noivastesi.blogspot.com)
Non solo sulla costa
Una curiosità. Tracce di torri di avvistamento, che siano in buone condizioni, visitabili o meno, si trovano anche all’interno. Un posto particolare è nei pressi di 1B Colline e Vigneti - Da Lanciano a Scerni vicino a Scerni, in località Aragna. Come si legge sui cartelli informativi realizzati a cura dell’attuale proprietario: “Vi trovate nel sito dell’antico paese scomparso di Aragna. Queste terre furono donate attorno all’anno 1000 dai principi Longobardi ai monaci cistercensi di Santa Maria di Tremiti. Qui essi stabilirono il loro centro amministrativo (Grangia, da cui Ragna) e costruirono una badia. È ancora in parte visibile la robusta torre “Il Torrone”. Aragna fu distrutta dai Turchi nel 1566. I monaci nel 1720 vendettero il loro feudo al marchese D’Avalos”. La struttura è privata - ospita un’azienda agricola - ma passando di qui il gestore sarà felice di far dare un’occhiata e condividere la vista dalla torre (Alessandro Di Virgilio, tel. 3298425056). Su Google maps il posto si trova come Il Torrone Educazione attiva, su Colle delle Piane, in un'area che insisteva sul Tratturo di passaggio su Scerni.