Era l’estate del 1889 quando Gabriele d’Annunzio e “la bella romana” Barbara Leoni vissero il loro ritiro “d’amorosi sensi” in quella casa rurale che, oggi, è detta Eremo dannunziano come una targa ricorda, passando sulla SS16 a San Vito Chietino. Qui il Poeta soldato scrisse il romanzo Trionfo della Morte, nel quale descrive a suo modo i Trabocchi: “La grande macchina pescatoria composta di tronchi intrecciati, di assi e di gomene biancheggiava simile allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano… pareva vivere di una vita propria, avere un’aria e un’effigie di corpo animato”. Oggi, nei pressi dell’Eremo, in contrada San Fino, c’è il Promontorio dannunziano, che regala viste interessanti sulla costa: è proprio sopra la galleria tra la Spiaggia del promontorio dannunziano e Spiaggia degli Annecchini. La salita è importante, tutta su sterrato per 250 metri, ma merita l'impegno (e sopra c’è una fontanella). 

Ci si passa a piedi, in bici e anche a cavallo. E al tramonto, va da sé, l’atmosfera è davvero interessante, specie nei giorni più belli in cui oltre al mare si vedono bene la Maiella e il Gran Sasso, in direzione del quale il sole va a poggiarsi. Poche parole, basta il panorama.

Vale la pena prendersela con calma e aspettare che il sole scenda, quando il secondo faro più alto d’Italia, quello di Punta Penna, comincia a dare dimostrazione della sua “portata”. Con i suoi 70 metri - è secondo solo alla Lanterna di Genova, 77 metri - è in posizione strategica, scelto da tecnici del tempo come punto di riferimento fra Ancona e Bari. La prima costruzione risale al 1906, poi distrutta dai tedeschi in ritirata durante la Seconda guerra mondiale. L’attuale faro fu inaugurato il 2 maggio 1948 e da punto di riferimento per marinai e pescatori, oggi è una suggestione anche per i cicloturisti.

Messo in italiano dal dialetto locale, un canto popolare molto noto da queste parti elogia la “bella Vasto” con la sua “terra d’oro”. Visto dall’alto, il golfo sotto ispira tanta bellezza, che accompagna una delle passeggiate lungo i punti panoramici della città. Da non perdere dunque un momento di relax al tramonto in quella che in passato fu definita l’”Atene degli Abruzzi”. Un gran bel posto!